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Qualità dell’aria e fertilizzazione con reflui zootecnici: il no di Confagricoltura Piemonte alle procedure di comunicazione preventiva delle operazioni di campo


“Così si rischia di penalizzare l’attività zootecnica e quella delle associazioni senza un reale beneficio per l’ambiente”

 

Dopo il provvedimento Regionale che dispone un avvio graduale dell’obbligo di comunicazione preventiva delle fertilizzazioni con reflui zootecnici e gli incontri tecnici con gli Assessorati, il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia, ritiene ancora troppo gravose, per le aziende e per le organizzazioni professionali, le procedure che governano questo adempimento: “Nonostante la disponibilità al dialogo della Regione, le comunicazioni di spandimento nell’ambito del PRQA – stralcio agricoltura, sono ancora un punto critico dell’intero impianto normativo, anche perché questo adempimento spesso non è effettuato direttamente dall’azienda, ma dalla sua Organizzazione professionale di riferimento: il rischio, quindi, è di generare in alcuni periodi dell’anno un carico di lavoro insostenibile per qualsiasi struttura, con le conseguenti elevatissime probabilità di errori e conseguenti sanzioni nei confronti delle aziende, nonché gravi situazioni di contenzioso con l’Organizzazione stessa per non aver presentato correttamente la comunicazione”.

 

Per la Federazione degli imprenditori agricoli piemontese è necessario ridefinire al più presto tutta la materia per scongiurare situazioni di danno per il settore agricolo in tutte le sue componenti.

 

“Siamo consapevoli - prosegue Allasia - del fatto che la comunicazione preventiva delle operazioni di campo sia stata introdotta per facilitare l’effettuazione dei controlli previsti dal Piano stralcio agricoltura per la qualità dell’aria, tuttavia riteniamo che questi, dato anche il loro numero non elevato (1% delle distribuzioni) potrebbero essere organizzati in modo efficace basandosi in larga parte sulle informazioni che le aziende zootecniche già forniscono all’Ente pubblico, senza introdurre nuovi adempimenti che rischiano di mettere in seria difficoltà il settore zootecnico della nostra regione”.

 

Confagricoltura Piemonte suggerisce quindi di non limitarsi a dilazionare le tempistiche di entrata in vigore dell’obbligo, ma di rivederne profondamente le modalità di attuazione, in modo da coniugare le necessità di controllo del sistema con quelle di operatività delle aziende.